La Chiesa fu fondata nel 1252 da uno degli Ordini mendicanti che ormai si andavano stabilendo alle porte della città, lungo il tracciato della Via Francigena il cui braccio ad est scendeva da Vienna, Venezia, le Marche e dall’Abruzzo, e dalla Toscana e l’Umbria al centro e ad ovest, attraversando sempre Rieti e la Sabina per arrivare a Roma e così giungere alla tomba dell’Apostolo Pietro per poi riprendere a camminare, navigare e attraversare il mare e approdare a Gerusalemme, pregare al Santo Sepolcro, nell’Outremer che era stato di Goffredo di Buglione, Baldovino I e di Riccardo Cuor di Leone.

Quest’Ordine dei mendicanti era quello degli Emeritani, monaci un poco misteriosi dell’Ordo Fratrum Sancti Augustini,, che fondarono chiese e monasteri quando la stessa cosa facevano i Francescani e i Domenicani. I pellegrini che giungevano a Rieti e andavano a Roma, avevano bisogno di assistenza e gli Eremitani gliela fornivano, ospitandoli come un dono dell’amore di Dio sotto queste volte. I pellegrini viaggiavano a scapito dei loro peccati, e avevano quale obbiettivo del loro disagiato viaggio, la Città di David, quella del Gran Re, Nazareth e Betlemme, Cafarnao, il Monte delle Beatitudini e i Mare di Tiberiade.

L’Ordine degli Eremitani, poi divenuti Agostiniani, era nato dalla fusione disposta dalla Bolla Licet Ecclesiae catholicae, di papa Alessandro IV. La nuova Comunità religiosa radunò i frati degli Eremiti di Giovanni Bono (regola agostiniana, 1225), degli Eremiti della Tuscia, degli Eremiti di San Guglielmo (regola benedettina), degli Eremiti di Brettino (regola agostiniana, 1228), degli Eremiti di Monte Favale (regola benedettina), e di altre congregazioni minori nell’Ordine degli Eremitani di Sant’Agostino, che indossano l’abito nero, costituito da scapolare, cocolla e tonaca, con cappuccio e ampie maniche; cinto in vita da una cinghia di cuoio con fibbia. Tale foggia nel vestire risale proprio al XIII secolo, gli anni di fondazione del tempio reatino. Secondo una diffusissima legenda, fu santa Monica, la madre di sant’Agostino a diffondere quel tipo di saio, in quanto aveva sognato la Madonna così vestita dopo la morte del suo santo sposo, Giuseppe. Per la cintura di cuoio, i frati agostiniani furono noti nel mondo ecclesiale anche come cinturati.

In quel secolo XIII Rieti, umbilicus Italiae, fu interessata da un lungo periodo di benessere in cui la popolazione crebbe di numero, l’aumento di braccia infittì il lavoro e si ebbe una interessante floridezza economica. Si migliorarono le strade e si moltiplicarono i commerci e aumentarono i rapporti con le città vicine, specie con Roma. Fiorì la cultura, tutto per la presenza vivificatrice dei Pontefici e della loro Corte papale, che spessissimo vi risiedevano nell’austero Palazzo pontificio sorto e ampliato accanto al Duomo di Santa Maria e che Bonifacio VIII rafforzò dopo il terremoto del 1298, con l’arco che porta il suo nome e che dà direttamente sulla via Cintia. La Corte papale era numerosa di cardinali, vescovi e monsignori che vivevano a lungo in città, di medici, teologi, letterati, artisti e musici.

Ad iniziare grosso modo dalla metà del Trecento, gli Ordini Mendicanti furono protagonisti di una vera e propria gara di natura edilizio-religiosa, impegnandosi nella costruzione delle chiese e dei conventi di S. Francesco, quello degli Eremitani di S. Agostino e infine dei Domenicani, che eressero il loro tempio e monastero dando ad essi il nome del fondatore dell’Ordine cosiddetto dei Predicatori, appunto San Domenico, che fu canonizzato proprio a Rieti da Papa Gregorio IX, il 13 luglio 1234, presso la Basilica di S. Maria.

Tali imponenti costruzioni per la loro mole e la stessa maestosità, tuttora sovrastano l’intero centro storico. Queste chiese vi sono tornate oggi a svolgere quel ruolo di vita ecclesiastica e comunitaria necessaria e decisiva, insieme alle grandi iniziative religiose e alle manifestazioni culturali internazionali di notevole valore che ospitano sotto le loro navate, dopo che, di recente, tutte e tre le chiese sono state restaurate, con l’impiego di cospicue risorse finanziarie da parte dello Stato, della Regione Lazio, del Commissariato per le opere del terremoto, accaduto con gravi esiti nel settembre 1997.

Ottorino Pasquetti

Nel 2010 la Chiesa parrocchiale di s. Agostino ha ottenuto il titolo di Basilica dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.