Alcune ricorrenze sono particolarmente importanti nella vita liturgica della Basilica:

  1. 22 febbraio: Festa della Cattedra di s. Pietro
  2. 13 marzo: Anniversario dell’elezione di Papa Francesco (2013)
  3. 19 marzo (o la Domenica successiva): S. Giuseppe Artigiano
  4. 22 maggio: Festa di s. Rita da Cascia – INDULGENZA
  5. 17 giugno: Anniversario della concessione del titolo di Basilica (2010) – INDULGENZA
  6. 29 giugno: Solennità dei SS. Pietro e Paolo – INDULGENZA
  7. 12 Agosto: B. Giovanni di Rieti, il cui corpo si conserva nella Basilica
  8. 27 agosto: Festa di s. Monica (patrona delle vedove e delle madri che soffrono per i figli)
  9. 28 agosto: Festa di s. Agostino, titolare della Basilica – INDULGENZA
  10. prima domenica di settembre: Madonna della Cintura.

I fedeli che visitano con animo pio la Basilica e in essa partecipano a qualche sacro rito o almeno il Padre Nostro e il Credo nei giorni stabiliti, o in un giorno all’anno a libera scelta, possono conseguire l’indulgenza plenaria alle consuete condizioni (Confessione, Comunione, Preghiera secondo le intenzioni del Papa).

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19 marzo: S. GIUSEPPE ARTIGIANO


La speciale devozione a S. Giuseppe Artigiano risale all’antica titolazione della Parrocchia, che un tempo aveva sede proprio nella chiesa di S. Giuseppe in Via Garibaldi, già oratorio della confraternita dei Falegnami.

Quando, dopo diversi anni dalla soppressione del convento, la chiesa di S. Agostino fu riaperta al culto, fu destinata a nuova sede parrocchiale, pur conservando, per molto tempo ancora, l’antico titolo.

Oggi la parrocchia, pur avendo assunto il titolo del Santo di Ippona, continua a venerare come santo compatrono S. Giuseppe, sposo di Maria e Padre terreno di Gesù. (E.M.)

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22 maggio: S. Rita da Cascia

L’antica devozione a S. Rita nella chiesa di S. Agostino è giustificata anzitutto dall’appartenenza della santa all’ordine agostiniano. L’altare a lei dedicato venne innalzato quando era ancora beata (fu canonizzata solo nel 1900).

Ogni anno la parrocchia di S. Agostino, in occasione della festa della Santa, patrona dei viaggiatori, organizza sul Viale Morroni e Piazza Mazzini la tradizionale benedizione dei mezzi di trasporto.

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12 agosto: Beato Giovanni di Rieti

La Parrocchia celebra con speciale devozione la memoria del Beato Giovanni di Rieti, il cui corpo riposa nella nostra Basilica.

Per molti anni, dopo la cacciata dei frati agostiniani, la città aveva quasi dimenticato questa figura, mentre l’Ordine ha continuato a venerarla in tutto il mondo: basti dire che l’urna che conserva i suoi resti mortali è stata offerta dai Novizi Agostiniani del Cile nel 1909!

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27 agosto: S. Monica

Santa Monica, madre del grande Sant’Agostino di Ippona – Padre e Dottore della Chiesa –, per il ruolo che ebbe nella conversione del figlio, è venerata in particolar modo il giorno prima di S. Agostino.

Ella era impegnata a 360 gradi con il figlio, studente brillante ma anche edonista, avendo anche avuto un figlio al di fuori del matrimonio ad appena 19 anni.

Donna cristiana sposata con un pagano, Monica osservava il percorso del figlio e pregava con fervore che si convertisse a Cristo.

Per molti anni ha pregato perché il cuore e la mente di Agostino finalmente si aprissero e potesse avere un incontro autentico con Cristo, venendo riorientato verso la volontà di Dio.

La sua fedeltà è stata premiata, e in una delle parti più toccanti delle Confessioni di Agostino il santo riferisce come Monica abbia identificato chiaramente la sua missione di vita con il portare alla vita di fede i propri figli.

Santa Monica è la santa patrona delle persone che vivono un matrimonio difficile, hanno figli difficili e pregano per la conversione dei familiari, in particolare dei figli. È l’amica consolatrice in cielo che comprende pienamente la disperazione dei genitori che si sentono impotenti e confusi mentre guardano i figli allontanarsi dalla Chiesa. Monica pregava e digiunava perché i suoi figli arrivassero a conoscere Cristo Gesù, ed è la compagna e l’intercessore di chiunque si senta confuso dal percorso dei propri figli.

Nel nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo,

sotto il peso del mio fardello mi rivolgo a te, cara Santa Monica, e richiedo la tua assistenza e la tua intercessione.

Dal cielo, ti supplico di pregare davanti al Trono dell’Altissimo per il bene di mio figlio [Nome], che si è allontanato dalla fede e da tutto quello che abbiamo cercato di insegnargli.

So, cara Monica, che i nostri figli non appartengono a noi ma a Dio, e che Dio spesso permette questo errare come parte del percorso che porta a Lui. Anche tuo figlio Agostino ha errato; alla fine ha trovato la fede e ha creduto, diventando un vero maestro.

Aiutami, quindi, ad avere pazienza, e a credere che tutte le cose – anche questo allontanamento dalla fede – alla fine lavoreranno per i Suoi buoni scopi.

Per il bene dell’anima di mio figlio, prego per comprendere e confidare in questo.

Santa Monica, ti prego di insegnarmi a persistere nella preghiera pia come hai fatto tu per il bene di tuo figlio.

Ispirami a comportarmi in modi che non allontanino ulteriormente mio figlio da Cristo, e attira [Nome] gentilmente verso la sua luce meravigliosa.

Ti prego di insegnarmi quello che sai su questo doloroso mistero di separazione, e su come si riconcilia nel riorientamento dei nostri figli verso il cielo.

O Santa Monica, che hai tanto amato Cristo e la sua Chiesa, prega per me e per mio figlio [Nome], perché possiamo conquistare il cielo e unirci lì a te offrendo costanti e grate lodi a Dio,

Amen.

[da Aleteia.org]

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28 agosto: S. AGOSTINO D’IPPONA, Vescovo

Sant’Agostino nacque il 13 novembre 354 a Tagaste, oggi moderna città di Souk Aharas dell’odierna Algeria, che dista da Ippona poco più di cento km.

Le Confessioni è tra i massimi capolavori della letteratura cristiana di ogni tempo e questo giudizio è ovunque riconosciuto. Agostino si rivolge a Dio e da ciò prende inizio una invocazione al Signore.

Secondo il santo d’Ippona, la parola confessione ha tre precisi significati: la confessione dei peccati è la prima. L’uomo medita sui suoi errori e li riconosce e si pente. Agostino ha peccato con intensità; ha tenuto una condotta piena di errori, una vita dissoluta in ogni senso.

Il secondo significato è incentrato sulla lode a Dio, perché nel suo infinito amore e nella sua immensa misericordia, Egli ha perdonato anche il peccato più grave. Dio porge le sue mani all’uomo perché si rialzi e non disperi perché prima di essere giudice, Egli è Padre. Agostino avverte nel profondo del suo essere che Dio ha sanato le ferite del suo animo e ridotto la frattura che il peccato aveva prodotto allontanandolo dalla Grazia.

Il terzo significato evidenzia la necessità di tornare a professare la propria fede, che con il peccato, ora rimesso, risplende nell’animo di Agostino. La fede ha bisogno di essere quotidianamente nutrita, considerata, indagata, preservata, amata, rinnovando il Credo, per non ricadere e allontanarsi ancora una volta dalla verità, sprofondare di nuovo e perderla con il pericolo che questa volta sia quella definitiva. Il che condurrebbe l’uomo alla disperazione.

«Vedevo la Chiesa popolata di fedeli che avanzavano, l’uno in un modo, l’altro in un altro; invece mi disgustava la mia vita nel mondo – dirà Agostino nelle Confessioni.

Era divenuta un grave fardello per me, ora che non mi stimolavano più a sopportare un giogo così duro le passioni di un tempo, l’attesa degli onori e del denaro.

Ormai tutto ciò mi attraeva meno della tua dolcezza e della bellezza della tua casa, che ho amato. Ma ero stretto ancora da un legame tenace, la donna.

L’Apostolo non mi proibiva il matrimonio, sebbene invitasse a uno stato più alto, desiderando, se possibile, che tutti gli uomini fossero come lui; ma io, più debole, cercavo una posizione più comoda.

Era l’unica causa delle mie oscillazioni. Per il resto ero illanguidito e snervato da preoccupazioni putride, perché la vita coniugale, di cui ero devoto prigioniero, mi costringeva ad altri adattamenti, che non avrei voluto subire.

Avevo sentito dire dalla bocca della verità che esistono eunuchi, i quali si mutilarono volontariamente per amore del regno dei cieli; ma aggiunge: “Chi può capire, capisca. Sono certamente vani tutti gli uomini in cui non si trova la conoscenza di Dio e che non poterono trovare, muovendo dalle cose che ci si mostrano buone, Colui che è; ma questo genere di vanità non era più il mio ormai.

L’avevo superato, trovando nella testimonianza concorde dell’intero creato te, nostro Creatore, e il tuo Verbo, Dio presso di te e con te unico Dio e strumento della tua intera creazione.

Esiste poi una seconda categoria di empi, quelli che, pur conoscendo Dio, non lo glorificarono o ringraziarono come Dio. Anche fra costoro ero caduto, ma la tua destra mi raccolse, mi traesti di là e mi ponesti in un luogo ove potevo guarire, poiché hai detto all’uomo: “Ecco, pietà è sapienza“, e: “Non cercare di apparire sapiente, perché chi si dichiarava sapiente divenne stolto. Dunque avevo già trovato la perla preziosa e mi conveniva acquistarla vendendo tutti i miei beni. Eppure esitavo». (Le Confessioni. Libro Ottavo 1.2).

Ottorino Pasquetti

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prima Domenica di settembre: Madonna della Cintura

La Madre di Gesù è venerata quale Regina dell’Ordine Agostiniano con il titolo di Madonna della Cintura.

Tale venerazione è curata in modo speciale, nella nostra Parrocchia, dalla confraternita a Lei dedicata.